Feuerbach

 Vita

Feuerbach nacque nel 1804 in Baviera, in una numerosa famiglia protestante. Una volta terminato il ginnasio, Ludwig fu incoraggiato a iscriversi alla facoltà di teologia, ma presto si rese conto che quella disciplina non faceva per lui. Iniziò così a seguire i corsi di logica, metafisica e filosofia della religione tenuti da Hegel all’Università di Berlino e nel 1825 si iscrisse contro il volere paterno alla facoltà di filosofia.
La sua tesi di laurea, De ratione, una, universali, infinita, che sosteneva l’esistenza di una ragione unica in cui le coscienze dei singoli si risolvono, fu inviata a Hegel, accompagnata da una lettera in cui Feuerbach esponeva le sue convinzioni: la filosofia doveva prendere il posto della religione, ormai inadeguata.
Feuerbach iniziò a insegnare filosofia, tenendo lezioni su Cartesio, Spinoza, logica e metafisica, accentuando via via le contrapposizioni in essi presenti.
Il filosofo dovette però interrompere il suo corso quando la pubblicazione, avvenuta anonima, dei Pensieri sulla morte e l’immortalità fu ricondotta a lui. Negare l’immortalità individuale e affermare che l’individuo con la morte si dissolva nello spirito, e andare dunque contro l’ortodossia religiosa, in un clima politico già di per sé complesso, era visto come attentato all’ordine e all’autorità stessa.
Nonostante ciò continua a scrivere testi, proprio in questo periodo scrisse testi Storia della filosofia moderna da Bacone a SpinozaAbelardo ed EloisaEsposizione, sviluppo
 e critica della filosofia di LeibnizLezioni sulla storia della filosofia moderna.
Successivamente nel corso della sua vita si dedicò completamente alla geologia per poi tornare a trattare il tema della religione. 
Ludwig Feuerbach ebbe un primo ictus nel 1867, che superò, e un secondo nel 1870, da cui rimase paralizzato. Morì nel 1872.

Pensiero

Punto di partenza della filosofia di Feuerbach è una critica alla visione idealistico-religiosa che stravolge i rapporti tra soggetto e predicato, tra concreto e astratto: è l’uomo (il soggetto) a creare il pensiero (il predicato) e non viceversa come volevano gli idealisti. L’errore dell’idealismo è dunque il rovesciamento dei rapporti di predicazione: ciò che viene prima (la realtà) figura come ciò che viene dopo, ciò che viene dopo (l’astratto) figura come ciò che viene prima. In altre parole, secondo gli idealisti, l’ideale (Dio, lo Spirito, l’Assoluto) crea, è causa del reale (l’uomo, la natura).

Feuerbach si fa dunque interprete di un nuovo materialismo: l’uomo ha il primato in quanto esistente, Dio e l’Assoluto in quanto ideali sono a lui subordinati.


Seguendo questa concezione materialistica, Feuerbach afferma che non è Dio ad aver creato l’uomo, ma l’uomo ad aver creato Dio. Dio non è altro che la proiezione illusoria di quelle qualità “perfette” che all’uomo mancano: la ragione, la volontà, il cuore. Il divino è dunque l’essere umano perfetto, senza alcuna mancanza, proiettato in un mitico aldilà.


La filosofia di Feuerbach sposta adesso il suo centro di gravità verso l’umanismo: è l’uomo il centro dell’indagine, liberato da quella realtà invisibile (Dio) a cui era subordinato. Feuerbach vuole riappropriarsi di quelle qualità che abbiamo ceduto alla divinità, liberarsi dalle catene di un Dio che noi stessi abbiamo creatoIl mistero della teologia è, dunque, l’antropologia: l’idea di Dio è la proiezione delle qualità umane ingigantite per essere perfette


Secondo Feuerbach la religione porta alla alienazione in quanto l’uomo rinuncia alla propria essenza a favore di Dio. Dunque per raggiungere l’emancipazione e necessario l’abbattimento della religione.



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