Idealismo e Fichte


 L'idealismo, in filosofia, è una visione del mondo che riconduce totalmente l'essere al pensiero, negando esistenza autonoma alla realtà, ritenuta il riflesso di un'attività interna al soggetto.

In questo movimento ci sono idee molto rigorose, come quella di FICHTE che sostiene che l’uomo ha il dovere morale di conformare la realtà al principio ideale.

Secondo questo ideale, si privilegia la dimensione ideale piuttosto che quella materiale.

Ci sono diverse eccezioni dell’idealismo, come quella di Schopenhauer che equipara la vita ad un sogno.





Fichte 

Nasce in una famiglia molto povera in Prussia nel 1762.
Grazie ad un benestante del suo villaggio poté intraprendere la sua carriera scolastica. Secondo Kant, L’io è una sorta di organizzatore di una realtà preesistente e che è limitato dal noumeno. Mentre Fichte sosteneva che l’io è creatore, dunque infinito. Secondo quest’ultimo dunque l’io è il principio di ogni scienza e non è inteso come i singoli soggetti tipo Luca ecc ma si intende l’io puro. Il metodo dialettico di Fichte afferma tre momenti, la Tesi ovvero che L’io è in grado di affermare la propria esistenza, l’antitesi ovvero che l’io pone il non io,  la natura e io mondo, e la sintesi ovvero che l’individuo ha il compito di aspirare all’infinito. Secondo Fichte l’uomo esiste al mondo per agire e lui definisce l’idealismo “etico”, in cui c’è una superiorità della morale sull’aspetto conoscitivo.
Secondo Fiche inoltre l’uomo non raggiungerà mai la perfezione, infatti è caratterizzato dall’io che cerca di superare gli ostacoli del non io e l’obbiettivo è avvicinarsi il più possibile verso la perfezione.

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